Vi riporto qualche notizia,cercando di migliorar le nostre conoscenze fotografiche.
La pellicola fotografica è un supporto plastico flessibile e trasparente su cui viene distesa chimicamente un'emulsione contenente cristalli fotosensibili di alogenuro d'argento, di forma varia, in varie disposizioni, maturi o in accrescimento, più o meno addensati. L'aumento della sensibilità si ottiene aumentando le dimensioni dei granuli d'argento: questo, se da un lato risolve situazioni fotografiche difficili, dall'altro comporta una perdita di dettaglio nell'immagine. Il colore è ottenuto tramite copulanti mescolati nel gel. In generale: una pellicola di bassa sensibilità (25-64 ISO) produce effetti più secchi e grafici; una pellicola di sensibilità elevata (200-400 ISO) darà effetti più sfumati e pittorici.
Caratteristiche e "funzionamento" delle pellicole
Esposizione dell'emulsione. Quando la luce colpisce un cristallo di alogenuro d'argento, essa viene assorbita con la liberazione di un elettrone. Per formare un'immagine latente, l'elettrone deve muoversi fino a che non trova un germe di sviluppo dell'immagine sulla superficie del cristallo. L'elettrone, avendo carica negativa, lascia libera una carica positiva (protone) nel punto stesso in cui è stato colpito dal fotone. Però, l'elettrone e il protone tendono di nuovo ad attrarsi, al fine di annullarsi reciprocamente. Se ciò avviene prima che l'elettrone abbia formato l'immagine latente, l'emulsione risulta meno sensibile di quanto dovrebbe essere in relazione alla dimensione dei granuli che contiene.
La grana di una pellicola è un termine approssimativo che indica la dimensione dei cristalli di alogenuro d'argento: più sono grandi, più l'emulsione è sensibile, ma minore è la risoluzione dei particolari (dettaglio) nell'immagine sviluppata. Le pellicole con una grana molto fine consentono di riprodurre immagini molto nitide, mentre quelle a grana grossa, ossia più sensibili, sono indicate per riprendere i soggetti in rapido movimento o in condizioni di scarsa luminosità.
La sensibilità di una pellicola viene indicata con un codice numerico standard espresso in ISO: più è alto il numero e maggiore è la sensibilità della pellicola. ISO = International Standard Organization. Valore che esprime la sensibilità della pellicola alla luce. E' definito da una coppia di numeri (esempio: 50/18°), cioè da ASA (50, American Standard Association) e DIN (18°, Deutsche Industrie Norm).
La latitudine di posa definisce il grado di reazione della pellicola alla sovra- e alla sottoesposizione, quindi descrive quanto ampia può essere la gamma di luminosità che va dalle ombre alle alte luci che è possibile registrare senza che le ombre risultino illeggibili e le luci bruciate. Può essere anche definita come la capacità dell'emulsione di compensare, entro certi limiti, gli errori di esposizione causati dal fotografo in ripresa. Questo parametro varia molto a seconda del tipo di pellicola utilizzato: le pellicole negative hanno un margine di tolleranza molto ampio che consente di ottenere fotografie leggibili anche se la pellicola ha subito grossolani errori di esposizione (fino a 2 o 3 stop). Le diapositive, invece, sono molto meno flessibili e anche un errore di piccola entità (dell'ordine di ±1/2 stop), peggiora la foto in modo rilevante.
codici DX per la sensibilità ISOIl codice DX, univoco per ogni tipo di pellicola, trasmette alla fotocamera in grado di rilevarlo tre informazioni fondamentali:
* sensibilità della pellicola;
* sua latitudine di posa;
* numero di fotogrammi del rullino in uso.
La trasmissione dei dati avviene tramite un codice "a settori" riportato sul lato posteriore dei rullini, dove alcuni settori metallici sono conduttivi (bianchi in figura e color argento sul rullino) e i settori neri sono isolanti:
codici DX per il numero di fotogrammi codice DX sul retro del rullino fotografico
Tipi di pellicole
Le pellicole sono di due tipi fondamentali: negative e diapositive. Le seconde permettono la proiezione a muro e sono quelle generalmente usate per fini editoriali. Entrambe possono essere stampate su carta. Per approfondimenti si vedano le caratteristiche di alcune pellicole.
Conservazione delle pellicole
Conservazione temporanea in ambiente secco, nella confezione integra, lontano da calore, freddo e umidità. Evitare esposizione al sole, al surriscaldamento (es. automobile chiusa), esposizione ai raggi-X (utilizzare contenitori o sacchetti in piombo Film Safe). Le diapositive già esposte devono essere sviluppate rapidamente. Per una conservazione prolungata: in frigorifero a -5°C nella confezione originale; attendere mezz'ora circa a T° ambiente prima di utilizzarle, per riclimatizzarle (ma sempre mantenendole nella confezione originale). A -10°C (freezer) si conservano anche oltre la scadenza nominale.

